All’interno del progetto Giochiamo i Diritti, l’apprendimento cooperativo si pone come una delle metodologie fondamentali per promuovere un’educazione attiva e partecipativa. Un approccio che mette al centro il gruppo per migliorare sia l’apprendimento individuale che le relazioni sociali. Questa metodologia, sviluppata dai fratelli David e Roger Johnson negli anni ’70, è ben più di un semplice lavoro di gruppo: si tratta di una pratica strutturata che incentiva la partecipazione attiva e responsabile di ciascun studente, promuovendo l’interazione, la condivisione e la crescita collettiva. Questo approccio si intreccia con le attività proposte nel progetto dove utilizziamo il gioco e la creatività per educare i bambini all’uso consapevole della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia.
In un’epoca in cui la collaborazione e l’empatia sono competenze fondamentali, questa metodologia si rivela un ponte ideale verso attività educative innovative, come la creazione di un gioco da tavolo sui diritti dell’infanzia: Ius Ludere.
L’apprendimento cooperativo, infatti, fornisce il contesto perfetto per progetti di gruppo che uniscono creatività, impegno sociale e approfondimento didattico.
L’efficacia di questo approccio si basa su alcuni principi chiave:
- Interdipendenza positiva: Ogni studente è consapevole che il successo del gruppo dipende dal contributo di ciascun membro.
- Responsabilità individuale: Ognuno è responsabile sia del proprio apprendimento sia del raggiungimento dell’obiettivo collettivo.
- Interazione faccia a faccia: Il confronto diretto aiuta a risolvere problemi e a condividere idee.
- Abilità sociali: Vengono sviluppate competenze come comunicazione, gestione dei conflitti e decision-making.
- Valutazione di gruppo e individuale: Ogni contributo viene misurato equamente per garantire una crescita bilanciata.
Questi elementi non solo migliorano i risultati scolastici, ma preparano gli studenti a lavorare insieme in modo efficace, valorizzando diversità e creatività.
All’interno del progetto utilizziamo il game design per trasformare l’apprendimento in un’esperienza attiva e coinvolgente, che coniuga teoria e pratica. La creazione di un gioco richiede collaborazione, creatività e un profondo processo di ricerca-azione. Gli studenti, organizzati in piccoli gruppi, esplorano i diritti sanciti dalla Convenzione ONU e li traducono in dinamiche ludiche che permettono di apprendere in modo spontaneo.
I bambini e le bambine sono invitati a esplorare i diritti attraverso due fasi principali:
- Giocare con i diritti per conoscerli: Attraverso attività ludiche, i ragazzi acquisiscono consapevolezza sui diritti dell’infanzia.
- Esplorare i diritti per creare un gioco: Gli studenti lavorano insieme per progettare un gioco che trasmetta messaggi educativi e stimoli la riflessione.
Questo processo, basato sulla reciprocità tra pensiero e azione, consente ai ragazzi di sviluppare capacità critiche e di problem-solving, oltre a promuovere valori come il rispetto e la solidarietà.
Il ruolo dell’insegnante è cruciale per il successo di queste iniziative è importantissimo, infatti ha il compito di:
- Organizzare i gruppi: Bilanciando competenze e personalità per massimizzare la collaborazione.
- Definire gli obiettivi: Assicurando che ogni fase del progetto sia chiara e raggiungibile.
- Monitorare il processo: Fornendo supporto e guida quando necessario.
Gli studenti, quindi, imparano non solo a lavorare in squadra, ma anche a rispettare le idee degli altri, a gestire conflitti e a trovare soluzioni creative.
Creare un gioco sui diritti dell’infanzia significa tradurre bisogni concreti in diritti universali, stimolando nelle bambine e nei bambini una comprensione e una consapevolezza profonda e duratura. Inoltre, il senso di appartenenza e la collaborazione sviluppati nei gruppi cooperativi contribuiscono a migliorare il clima scolastico, riducendo fenomeni come il bullismo e promuovendo inclusione e rispetto. Possiamo quindi concludere che l’apprendimento cooperativo, integrato con il game design, rappresenta un approccio educativo che unisce creatività, collaborazione e consapevolezza civica. Investire su queste metodologie significa investire sul futuro, formando generazioni che comprendano il valore della cooperazione e dei diritti umani come pilastri fondamentali della convivenza civile.